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La velocità di Renzi

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Ho deciso di scrivere qualche considerazione sul risultato delle elezioni europee.

Le affluenze italiane non sono mai state strabilianti per questo tipo di consultazioni. E di fatto non c’è stata una differenza eclatante con le passate elezioni europee. Cincischiare sui pochi numeri percentuali di differenza (58 contro 66) è inutile e noioso. Compiacersi per una presunta maggioranza di non votanti lo è ancor di più. Ragion per cui dò per assodato che quello europeo non è un tema che faccia rinunciare facilmente ad una gita al mare e vado oltre.

Ha vinto Renzi. Badate bene: Renzi, non il PD. Il PD era quello che con Bersani non vinse le politiche alleato con SEL, pur arrivando primo.
In una manciata di mesi Renzi ha letteralmente scalato tutto lo scalabile: partito, gruppi parlamentari, governo. Polverizzando i Signori delle Tessere – leggasi D’Alema & co – che avevano governato fin’ora la struttura di partito e di fatto eletto i vari segretari.
Col 40% dei consensi è quindi Renzi ad aver vinto, dimostrando che le ideologie sono morte e che il voto ora si da ad un progetto e non più ad una fazione a cui si appartiene per posizione presa.

Chi ha perso sono gli altri contendenti. Non solo Grillo e Berlusconi, ma proprio tutti quanti gli altri.
Hanno perso perché Renzi interpreta – anzi fa parte – di un nuovo mondo, un mondo di barbari che gioca secondo regole nuove. Mentre tutti gli altri sono rimasti ancorati ad una stagione ormai tramontata, a cui non crede più nessuno nel paese. Salvo le solite minoranze chiassose che sempre minoranze resteranno. Con i soliti dieci e più anni di ritardo rispetto al mondo occidentale anche da noi in politica è arrivata la generazione dei Clinton e dei Blair.

Vi consiglio vivamente di leggervi un breve saggio. L’ho letto un po’ di tempo fa, ma mi è rimasto molto impresso. Si intitola I Barbari e la mutazione e l’ha scritto Baricco. Lo so. Baricco lo si odia o lo si ama. Ma qui non si tratta di stile letterario. Baricco è uno che la generazione dei “Renzi” la studia e la conosce.

baricco_barbari

Il libro lo trovate facilmente, anche in formato digitale. Leggetelo. È illuminante. Renzi è l’esatto archetipo di questa nuova generazione che, con ritardo rispetto ad altri settori, finalmente è approdata anche in politica. Tardi, ma è approdata anche lì. Vi cito un esempio semplice semplice ma che rende molto l’idea del divario tra i due mondi: per strada ci troviamo davanti un palazzo fucsia dalla facciata kitsch che ci sbarra la strada. E’ lì, proprio in mezzo alla strada e ci impedisce di andare oltre. La vecchia generazione disquisisce sul colore della facciata, sui ghirigori ed i gargoyle che maldestramente adornano la facciata del palazzo, su chi ci abiterà mai. I Barbari aguzzano la vista per trasformare quei buffi gargoyle in appigli a cui aggrapparsi e velocemente – velocemente – sfruttarli per arrampicarsi ed andare oltre. La velocità è tutto. Renzi è così veloce che Grillo ancora venerdì si beava di una Piazza San Giovanni gremita e neanche due giorni dopo era stato frantumato dal voto uscito dalle urne.

Renzi è così veloce che ha già archiviato il risultato – che non cambia di una virgola i numeri nel nostro parlamento – mentre i grillini ancora non capiscono e reiterano gli stessi errori: ci saranno stati brogli, gli italiani non capiscono, gli 80 euro hanno comprato il voto, solo noi siamo gli onesti.

Non si sono ancora resi conto che puoi intercettare il “voto di protesa” una tantum ma poi devi avere la capacità di dare velocemente risposte ai problemi contingenti delle persone. Se non arrivo a fine mese non posso aspettare il sol dell’avvenire, come si diceva quando ero piccolo. Nel nuovo mondo l’attesa è mortale!

Il vero problema è la mancanza – ad oggi – di questa nuova generazione nel resto della compagine politica. Berlusconi e Grillo sono ormai le persone sbagliate al posto sbagliato, abbarbicate alla loro poltrona, con una mentalità fuori tempo massimo per la Storia. Il partito proprietario, privo di democrazia interna, è un’esperienza del passato per l’Italia. O in quei lidi emergerà qualcuno capace di aggregare consenso e rottamarli o il buon Renzi – ci piaccia o non ci piaccia – rischia di vincere anche le prossime politiche. E le vincerebbe finanche se andassimo a votare con il sistema proporzionale.


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